venerdì 19 febbraio 2010

Essere insegnanti.

Blog tematico della rivista "Riforma della scuola" a cura di Giuliana Santarelli.

giovedì 18 febbraio 2010

Un blog degli insegnanti.


Una introduzione

Riforma della scuola e gli insegnanti. Pensiamo che questa rivista possa essere un’occasione per riflettere e per restituirci, insieme ai pensieri, le nostre storie educative e professionali in un momento in cui le notizie dei giornali e della televisione si aprono sul vuoto: un colpo di spugna sembra passare sugli anni che ci hanno visto insieme, in punti diversi di uno stesso orizzonte.
Ci viene arrecata un’offesa: noi uomini e donne che ci siamo occupati di educazione siamo stati di recente trascurati o oltraggiati. E’ fatto grave in se’ e comunque crea disaffezione, ferisce l’identità. Le visioni del mondo, al pari delle biografie personali, non si trascurano, non si disprezzano, pena il mutismo e l’annichilimento, con loro si dialoga. Ci piacerebbe, promuovendo in queste pagine un dialogo fra insegnanti e fra gli insegnanti e la ricerca, riaccendere , a partire dal nostro mondo professionale, un interesse per le cose non materiali e una rinnovata passione per la qualità del pensiero. Dietro al disagio di fare scuola ci sono anche cose più grandi, l’essere sopraffatti dalla delusione per un modello di sviluppo che crea angoscia e infelicità. Quando le idee bruciavano in strada nulla avevano a che vedere con l’ambizione personale e con il denaro. L’educazione, e con essa la scuola, avevano in vista il bene comune.
La Repubblica di Platone, La città del sole di Tommaso Campanella, La città felice di Francesco Patrizi, e le città-isole nell’Utopia di Thomas More, La Nuova Atlantide di Bacone trattavano del pensiero, del desiderio di un perfetto ordinamento sociale e di una armoniosa relazione tra gli uomini. Queste città erano utopie, erano città virtuali perché stavano nei libri. Oggi le città virtuali non sono quelle dei filosofi ma sono spazi bloggati. La città virtuale di oggi non possiede la fisicità di un luogo, però da qualche parte di questa terra dell’Emilia sta. Ogni città ha una seconda città, allora mettiamole insieme. Se così non facciamo noi, appassionati della scuola, perdiamo le caratteristiche più vitali della nostra esperienza educativa. Il nostro tentativo richiede ragionamento, ricerca di valori, riaffermazione di ruolo centrale dell’educazione per la sua difesa. Ognuno di noi cercherà, in questo spazio immateriale, una comunicazione con la realtà scolastica per parlare e scrivere di educazione.
Il problema è che i vecchi parametri, i dati quantitativi e poco duttili delle istituzioni non riescono in questo momento di confusione e proliferazione di differenze a valutare e a sentire dove va veramente il mondo. Serve una produzione utile e leggibile. Questa rivista curerà particolarmente il contatto col mondo della scuola, affinché si alimenti la comunicazione necessaria ad uno scambio proficuo e ad una divulgazione di testimonianze che possa riscriverne il senso della nostra scuola e si proponga come ricerca di una via di scampo.
In questo momento è oltremodo utile rintracciare strade ed esperienze didattiche, idee e valori che mettano insieme le nostre comuni storie educative per dare voce e senso condiviso al nostro lavoro.
Queste pagine vogliono essere un invito alla collaborazione, al bisogno di metterci in comunicazione e contemporaneamente un sostegno, con coerenza e continuità. Proviamo a chiedere a noi stessi, come insegnanti partecipazione emotiva ad un orizzonte di valori: la politica non è solo buona o cattiva amministrazione ma anche sentimento di appartenenza e ricerca di una direzione. In questo momento aspettiamo e scaviamo sotto la frana, alla ricerca di certezze, perchè il nostro impegno di educatori ci chiede di persistere e di trovare una voce. Sulla soglia di questa modernità che continua ad apparirci sotto forma di declino, siamo alla ricerca di linee ispiratrici di costumi, di orientamenti, cerchiamo le tracce e gli indizi che possano mettere ordine nel caos di questa attualità confusa, attraverso principi condivisi, irrinunciabili e indispensabili per il bene comune, obiettivo che oggi appare desueto.
Se l’educazione alimenta la preziosa facoltà di desiderare e aiuta a sperare e a andare avanti, a perseverare nella ricerca, a scoprire qualcosa di più, allora orienta il nostro agire come impresa umana, per questo ha tanto valore la nostra scuola, che resta la principale fonte del percorso educativo.
Rivendichiamo così per chi ha dedicato all’educazione parte della propria vita una possibilità di difesa, cominciando con il mettere a disposizione almeno una “pagina” su cui incontrarsi. Siamo certi che esistano ancora una molteplicità di energie latenti che raccoglieranno questo invito a riflettere ed a scrivere insieme.

Giuliana Santarelli