venerdì 31 agosto 2012

Lavorare per progetti



Giuliana Santarelli


Il progetto didattico

Frabboni definisce il progetto didattico1 come “una strategia didattica che parte dall’allievo. Il docente, in parallelo all’unità didattica, inserisce nella sua programmazione argomenti multidisciplinari mutuati dal curricolo, dalla cultura antropologica, da fatti-problemi-fenomeni del presente storico”. Il progetto gode di autonomia nella prassi educativa; ha una struttura ma è flessibile, è fondato su alcuni capisaldi metodologici che gli assicurano una specificità formativa.
Il progetto didattico è un itinerario formativo multidisciplinare, costruito su argomenti che collegano le discipline e che muovono da situazioni che scaturiscono dall’allievo, dai fatti e dagli oggetti della sua esperienza, da segmenti significativi del suo vissuto. Il progetto non viene originato dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo, ma è una reinterpretazione, fatta dai docenti, in chiave multi-interdisciplinare. Il progetto didattico ha contenuti stimolanti e sistematici, in funzione della maturazione di competenze metacognitive e di produzione/rielaborazione culturale, fondata su competenze classificate in chiave tassonomica come relative all’analisi/sintesi e /o all’intuizione/invenzione. I suoi obiettivi, analizzati con l’uso di strumenti tassonomici, hanno una natura cognitiva superiore, convergente e divergente. Essi corrispondono alla particolarità della strategia, del metacognitivo, del percorso dell’apprendere all’apprendere, itinerario didattico che pone l’accento più sulla messa a punto di modalità di formazione autonoma della conoscenza più che sul numero di nozioni effettivamente riprodotte al termine del percorso stesso. Gli obiettivi non possono essere definiti tutti prima della sua conduzione, vengono ipotizzati in termini di script, come canovaccio da riformulare e formalizzare in itinere e sono definitivamente formalizzati al termine dell’itinerario. Gli strumenti procedurali del progetto didattico, le tecniche e i materiali appartengono al repertorio delle strategie dell’apprendimento non-individualizzato. Essi prevedono metodologie della ricerca, della ricerca-azione, delle diverse forme del lavoro di gruppo, della discussione/conduzione collettiva di esperienze. Le attività si svolgeranno in un clima di elaborazione di gruppo, con modalità democratiche aperte al contributo di tutti. Gli spazi prevedono momenti significativi del fuori-scuola; l’ambiente è il “libro di testo”, “vocabolario” dell’esperienza dell’alunno. I tempi si sviluppano in modo flessibile a causa dell’imprevedibilità di svolgimento connaturata alle caratteristiche stesse della maggior parte delle strategie non-individualizzate che impiega. Le modalità di valutazione utilizzate evidenziano alcune specificità: controllo del raggiungimento degli obiettivi attraverso prove valutative quasi esclusivamente di tipo “aperto” o “semistrutturato” (rispettoso delle originalità dell’allievo) e cura di valutare/documentare il percorso e il risultato complessivo del lavoro del gruppo. Tutti i progetti contengono obiettivi, contenuti, metodi, esperienze e valutazione. La valutazione formativa non può essere sempre prevista, andrà utilizzata in particolare sugli obiettivi di natura elementare e intermedia e per l’individuazione puntuale di eventuali problemi. Le categorie concettuali del progetto in ambito pedagogico sono possibilità, responsabilità, imprevedibilità, scelta, rischio, intenzionalità, obiettivo, operatività, tensione. Esistono diversi stili e modelli di progettazione, ma tutti ugualmente sottintendono un’ipotesi di lavoro e la sua realizzazione nell’arco di un tempo che ne vede il procedere. Esistono anche diverse tipologie di progetto: per obiettivi, per mappe concettuali, per situazione, reticolare/multimediale, per sfondi, per ricerca, e la postprogrammazione. Questi diversi modelli mettono in luce una dimensione e ne lasciano in ombra altre, per questo ciascuna di esse ha pregi e limiti. Il primo dei progetti qui riportati si può attribuire alla postprogrammazione. È questo anche il titolo di un libro che aprì a suo tempo (siamo nel 1991) una vivace discussione da parte di esperti e pedagogisti sulla progettazione. Il libro proponeva questo interrogativo: “La programmazione è ancora attuale? Si possono prevedere e praticare modelli di progettualità che la sostituiscano?”. Ne è autore Gabriele Boselli, di Savignano sul Rubicone, allora Ispettore Tecnico del Ministero della Pubblica Istruzione di Pesaro.
Si dà di seguito il racconto di un progetto ispirato a tale idea di progettazione e, per concludere, la documentazione della fase conclusiva che caratterizza un altro progetto già descritto nel 2010, realizzato presso la scuola primaria G.P.Costa di Bologna. Entrambi i progetti, pur con ispirazioni diverse, condividono nelle intenzioni e nelle diverse fasi, la volontà di collaborare con tutte le componenti della scuola, il ricorso alle risorse del territorio, una relazione positiva con le famiglie, un clima positivo e un contesto ricco di opportunità.

IL PAESE RITROVATO
di Loretta Buda
Gatteo è un piccolo paese dell’entroterra romagnolo, caratterizzato da tre realtà ben diverse, sia dal punto di vista economico che culturale. Gatteo capoluogo presenta un’economia prevalentemente agricola e aziendale, di conseguenza pochi sono i luoghi di aggregazione, soprattutto per gli adolescenti. Ricco di tradizioni storiche e beni culturali come il Castello malatestiano del 1200, l’Oratorio San Rocco del 1400, il Campanile di Sant’Antonio Abate del 1600-1700, i numerosi borghi caratteristici stanno scomparendo sotto l’azione omologatrice dei nuovi e insediamenti urbani.
Sant’Angelo di Gatteo è invece prevalentemente agricola, ma gode della presenza di fabbriche, una popolazione eterogenea e quindi una realtà economica più vivace e stimolante sul piano produttivo e sociale.
Gatteo a Mare rientra invece in qui cento chilometri di costa di quel mare “inventato” per i turisti che viene banalmente definito “divertimentificio”. Il diametro della piadina, la quantità delle discoteche lo inseriscono in quella striscia costiera di 120 chilometri che va dalle colline marchigiane fino al ramo più meridionale del delta del Po.
Abbiamo dei vicini importanti come San Mauro Pascoli e Savignano sul Rubicone, con i quali è stata istituita l’unione dei comuni del Rubicone.
Su questa tradizione storico-culturale abbiamo costruito a scuola dei percorsi di lingua italiana dall’a.s. 2001 al 2006. Questa tradizione nasce da quando la scuola appartiene al circolo didattico San Mauro Pascoli-Gatteo, è durata negli Novanta ed è confluita nel IC di Gatteo quando è stato istituito nel 2007, in cui cercheremo da quest’anno di avviare attività e progetti in verticale con la scuola secondaria di primo grado. Già esistono progetti ed esperienze significative con la scuola dell’infanzia.
Negli anni Ottanta nasce, con la collaborazione dell’ispettore Boselli, allora direttore scolastico del nuovo circolo, di Melucci e Seganti, insegnanti distaccate dal servizio e assegnate alla sperimentazione nella scuola dell’infanzia, l’esperienza che ha caratterizzato e animato per decenni, fino ad oggi, lo scenario pedagogico e culturale del territorio.
La tradizione del pensiero di Boselli è proseguita con la dirigente Marina Seganti. In quel periodo il circolo didattico si è contraddistinto per il contributo culturale nella ricchezza di proposte, per la vivacità progettuale e una riflessione pedagogica che è riuscita ad anticipare i bisogni e le necessità della scuola. Nel circolo si cercava di rispondere sia alle necessità che alle potenzialità dei bambini, dei genitori, del territorio, delle insegnanti. Bisogna sottolineare la vivacità intellettuale che caratterizzava gli insegnanti e il movimento culturale che esse aprivano con la loro azione in quel periodo. Le scuole di Gatteo, come quelle di San Mauro Pascoli sono diventate protagoniste di un’attiva/stimolante progettualità sulle seguenti tematiche: valutazione, intercultura, antropologia,
agio-disagio, libro/biblioteca /lettura, disabilità, ricerca territoriali tradizioni /memoria, progetti e ricerche promossi dal ministero, progetti interistituzionali con enti e territorio, b come biblioteca – il paese ritrovato.
Questi progetti sono stati selezionati e finanziati dal GOLD INDIRE, programma INVALSI per documentazione nella scuola con il sistema GOLDLe scuole che, nell’elaborazione dei loro progetti, si sono impegnate a valorizzare ogni soggetto e quindi a centrare la didattica sulle sue attitudini e potenzialità sia del singolo che del gruppo, hanno messo al centro la didattica della valorizzazione del paese e delle sue risorse con l’allestimento di laboratori e l’organizzazione di occasioni ed eventi in sinergia con il territorio. I titoli di seguito testimoniano la volontà di agganciare sia il territorio coi suoi protagonisti che le tematiche più importanti della didattica. La progettualità di questa scuola si caratterizza per condivisione e partecipazione col territorio, dove le famiglie fanno da tramite fra le due realtà. Si riporta di seguito un progetto.

DAI BISOGNI…AI SOGNI
Il primo significato di formazione è dare forma, creare. Un’attività fondata su una forza invisibile che rende ogni creatura visibile secondo un proprio stile.” J. Hillman

La volontà che ci sollecita ad intraprendere INSIEME, il presente percorso educativo, è mossa dalla consapevolezza di consolidare il patto di reciprocità fra scuola e famiglia; un’ intesa che ci permette di acquisire certezze basate sull’esperienza relazionale e affettiva “quotidiana” dei bambini, validate dal progetto di vita (sogno) che i genitori fanno con i propri figli e figlie. Conoscendo, infatti, i bisogni /desideri dei bambini/bambine possiamo comprendere i loro sogni, condividerli e crescerli .INSIEME.
Quindi la collaborazione tra scuola e famiglia diventa un momento centrale per la promozione del successo formativo; un successo ottenuto, sia con il conseguimento di obiettivi d’istruzione e conoscenza, quanto con l’acquisizione di codici di comportamento maturati grazie alla condivisione di valori fra l’istituzione e le famiglie.
Il presente percorso si connota come un lavoro progettuale che prevede azioni/attività mirate a produrre effetti di cambiamento e trasformazione; una progettazione partecipata
DESTINATARI - Alunni e alunne della classe 4^ della scuola primaria De-Amicis di Gatteo
OBIETTIVI FORMATIVI: creazione di una comunità educante, costruzione di senso fra ciò che si fa nella comunità di apprendimento e ciò che si fa nel proprio ambiente naturale (casa, territorio,...) progettazione di attività formative da realizzare insieme scuola- famiglia, creazione di tempi e luoghi di ascolto partecipato per favorire la crescita armonica e la prevenzione del disagio, riconquista di un luogo di identità sociale.
OBIETTIVI SPECIFICI: condividere la progettazione e la realizzazione di azioni educative da parte dei docenti e dei genitori, consolidare l’appartenenza alla propria comunità locale per la costruzione di un patto educativo, valorizzare e connettere le opportunità formativo – culturali esistenti nel territorio, rivalutare la scuola come e luogo di crescita e rielaborazione, vivere la classe per creare un clima di benessere relazionale e favorire esperienze capaci di far riflettere ogni bambino/bambina sulla necessità di rispetto e di ascolto dell’altro, riconoscere, accogliere, condividere regole per giungere ad un comune senso di responsabilità
ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO
  • aderire al progetto ministeriale di “Sperimentazione cooperazione fra scuola e famiglia.”
  • costituire un gruppo i ricerca;
  • elaborare un progetto di circolo
  • costituire un gruppo di lavoro di insegnanti e genitori;
  • pianificare incontri mensili di lavoro;
  • programmare incontri assembleari con tutti i genitori ;
  • organizzare momenti conviviali
  • costituire un gruppo di lavoro di insegnanti e genitori;
  • pianificare incontri mensili di lavoro;
  • programmare incontri assembleari con tutti i genitori ;
  • organizzare momenti conviviali
SOGGETTI IMPLICATI NELL'ATTUAZIONE: Alunni/alunne, genitori, collaboratori scolastici, esperti
PERCORSI EDUCATIVI, PERCORSI DIDATTICI
I percorsi evolvono grazie all’incontro delle insegnanti con gli esperti e con i genitori.
La declinazione delle proposte in Unità di Apprendimento, sarà di pertinenza delle docenti.
I temi che orienteranno il team docente nella definizione dei percorsi, sono rappresentati dalle parole, emerse durante gli incontri: autorità/autorevolezza, emotività , disagio, responsabilità, dignità, convivenza civile, rispetto, competitività, appartenenza, identità, comunità locale.
AZIONI DA REALIZZARE: incontri con l’esperto
CONNESSIONI: Progetto Dialogo
PROCEDURE DI ATTUAZIONE
  • Incontri assembleari volti alla: socializzazione, riflessione e confronto delle opportunità formative rilevate
  • Organizzazione di momenti conviviali
  • Partecipazione agli incontri con gli esperti e successivi incontri per il confronto, riflessione e individuazione di atteggiamenti adeguati
  • Adesione a progetti di solidarietà.: adozioni a distanza.
STRUMENTI DI VERIFICA: riflessioni confrontate con le colleghe, i genitori e gli esperti,
osservazioni sistematiche, mirate e partecipate per cogliere gli aspetti significativi di ogni situazione scolastica, vedere e leggere "gli elementi emergenti” più come segni di presenze originarie che come differenze per comprendere le dinamiche relazionali
VALUTAZIONE: incontri mensili con le insegnanti coinvolte nel progetto, i genitori del gruppo di lavoro, il dirigente scolastico e gli esperti, socializzazione dell’esperienza a tutti i genitori che diventerà un ulteriore momento di verifica/valutazione, interrogazioni/riflessioni/interpretazioni soggettive e intersoggettive, confronto con gli insegnanti del gruppo di ricerca G.O.S., documentazione.

SETTIMANA DELLA LETTURA - 25 al 29 ottobre 20102 - Scuola Primaria G.P. Costa del 5° CD Bologna
di Ilde Castellari

La scuola primaria G.P.Costa di Bologna si impegna da anni sull’attività di lettura ottenendo risultati sorprendenti in libri il cui ricavato è devoluto all’Associazione Margherita. Le attività di questi bambini non sono fine a se stesse ma finalizzate a una responsabilità sociale che si espande nel mondo. Ragazzi e genitori sono autori di testi e illustrazioni di libri. Tutto il plesso è coinvolto nei progetti, infatti sono stati scritti e illustrati 3 volumi di poesie. Ilde Castellari, incaricata presso la biblioteca della scuola, con la collaborazione della coordinatrice di plesso insegnante Milena Baldi e il supporto informatico dell’insegnate Brunella Puppoli, ci ha inviato questo resoconto sulla Settimana della lettura.
Obiettivi dell’iniziativa:
- promuovere e rinforzare l’interesse per la lettura
- potenziare e valorizzare l’uso della biblioteca scolastica
- favorire momenti di scambio e di relazione tra i ragazzi, tra i ragazzi e gli adulti.

Scambi di letture

Le classi quinte hanno fatto dono delle loro esperienze di lettura ai piccoli di classe prima. Così i ragazzi di quinta A hanno presentato ai loro compagni di prima A “Prisca dal lungo viaggiare”, un bel racconto da loro stessi letto in seconda e realizzato su un grande librone (con tecniche di pittura, collage, utilizzo di materiali riciclati). I ragazzi di classe quinta B hanno invece letto e animato, per la prima B, “Dove sono le parole”, di Guido Quarzo, testo che costituisce un primo approccio divertente alla storia delle parole.
I bambini di quarta hanno scelto di scambiarsi letture di Quarzo, illustrando ai compagni i cartelloni realizzati: “Chi trova un pirata trova un tesoro” (quarta A), “Il libraio sotterraneo”(quarta B).
Anche la terza A ha proposto, ai compagni di terza B, la lettura animata di un testo di Quarzo, “Chiaroscuro”, viceversa la terza B ha letto favole leggende e miti dal mondo. Infine i bambini di seconda si sono scambiati reciprocamente letture di fiabe.

Le letture degli ospiti

Alcune delle persone coinvolte avevano competenze specifiche nel campo del teatro, altri erano “semplicemente” bravi lettori, tutti con un gran desiderio di apportare il proprio contributo ai nostri alunni (non necessariamente nelle classi dei propri figli). Gli interventi hanno seguito lo schema previsto, con qualche variazione in corso d’opera.
Lunedì 25 è intervenuto Pier Paolo D’Alessandro (per la terza B e la quinta A) ex alunno della scuola, che sta frequentando l’Accademia teatrale di Milano. Si è presentato ai ragazzi con la maschera da “vecchio” della commedia dell’arte. Ha quindi parlato della tradizione della maschera e ha impersonato Balanzone, spiegando le caratteristiche del personaggio.
Tante naturalmente le domande dei ragazzi sul teatro, sull’emozione del palcoscenico, sulla difficoltà degli studi.
Nel pomeriggio due mamme, una delle quali bibliotecaria di professione, hanno presentato in classe quarta B una serie di testi di autori per ragazzi, leggendo in particolare “Le avventure del topino Desperaux” di Kate Di Camillo. Un papà invece, attore di professione, ha affascinato i bambini delle prime con una serie di fiabe tradizionali “Pizzica mi Pizzica me” – “Eva e il re dei venti” – “La bellezza del re” e con “Il mostro peloso” della Bichonner.
Martedì 26 Francesca Orsoni, ex alunna della scuola, ha letto “Storie di strani libri” di Guido Quarzo, ai bambini di quarta A.
Nelle classi terza B e quinta B letture di Rigoni Stern da “Il sergente della neve” e da “Il libro degli animali”: su questo ha dato il suo contributo una “famiglia lettrice” formata da Eleonora, ex alunna della scuola, la mamma Cristina e il nonno Alberto Bonora.
I bambini di seconda hanno ospitato (martedì, mercoledì e giovedì pomeriggio) diversi ex alunni della scuola, di 11 e 12 anni: Federica Mongiorgi, Roberto Barbone, Ivan Corsello, Clara Bonatti, Mensur Berisha che hanno letto brani di Rodari, Piumini, Pitzorno, fiabe da tutto il mondo, fiabe dei Fratelli Grimm…
Il mercoledì pomeriggio vi sono state anche letture da parte di un nostro amico animatore (per la classe quarta A) che ha presentato brani da I tre moschettieri e da Il piccolo Principe.
Altri interventi esterni ci sono stati il giovedì pomeriggio. Jacopo Melloni, ex alunno della scuola, già di 18 anni, che ha letto alle classi di terza brani da Harry Potter(perchè, come lui stesso ha detto, era stata la sua passione quando aveva 8-9 anni). Una mamma ha letto in quinta B alcune favole da “Il treno dei diritti” dando l’opportunità ai ragazzi di riflettere sui diritti dell’infanzia.
Il giorno più atteso (29\10\2010)
Abbiamo scelto di proporre l’autore Guido Quarzo principalmente per due motivi:
le sue grandi capacità di parlare ai ragazzi di temi importanti attraverso il linguaggio della fantasia e le sue capacità di giocare con la lingua, di grande stimolo per motivare nei ragazzi un uso creativo della scrittura. Scrittore di romanzi, racconti e poesia per l’infanzia, è nato a Torino dove ancora oggi vive e lavora. Per molti anni è stato maestro di scuola elementare e si è occupato anche di teatro per ragazzi, organizzando spettacoli e laboratori. Ha iniziato a pubblicare libri per l’infanzia nel 1989 e ha vinto importanti premi letterari. Nel 1999 ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi esclusivamente alla scrittura.
Per organizzare al meglio l’incontro con l’autore, gli alunni sono stati divisi in tre gruppi (due nel mattino, uno nel pomeriggio). La scuola, formata da 10 classi, ha partecipato interamente: abbiamo ritenuto opportuno infatti coinvolgere anche i nuovi arrivati di prima, facendo loro vivere un’esperienza significativa sul piano educativo e didattico nella fase iniziale del loro inserimento a scuola.
L’evento, tanto atteso, non ha certo deluso le aspettative. In classe, nelle settimane precedenti, gli alunni avevano fatto, e\o ascoltato, letture di testi dell’autore. Alcune classi avevano preparato delle letture animate che, come già detto, hanno presentato ai compagni durante la Settimana.
Guido Quarzo ha letto alcune delle sue storie, affascinando i ragazzi grazie alla sua arte di uomo di teatro. Poi, ci sono state le interviste. Molte le domande poste dagli alunni, sia di carattere generale sia più specifiche su alcuni racconti da loro conosciuti. Qui ne riportiamo alcune.
Ricorrente è nei diversi gruppi il tema del come e perché si diventa scrittori.
- L’idea di diventare scrittori- afferma Quarzo- può nascere solo se si è buoni lettori. A forza di leggere viene voglia di provare anche a scrivere. La lettura è come un giocattolo: ti diverte a tal punto che decidi di smontarlo per vedere come funziona, per poi provare a ricostruirlo. Scrivere non è quindi frutto di spontaneità, ma di un attento lavoro di rielaborazione, che richiede tempo, spesso lentezza, prima di arrivare al prodotto finale. Ciò vale anche per i vostri testi. Il consiglio principale che vi do per scrivere bei testi è quello di leggere tanti libri.
- Come ti vengono in mente le storie? – chiedono i ragazzi.
-Le storie nascono dalle cose che succedono a me e agli altri. Mi viene un’idea, la scrivo, poi la rielaboro e la amplio man mano.
A questo proposito vale la pena ricordare come Quarzo nelle sue storie sappia intrecciare realtà e fantasia con grande equilibrio. Anche l’avventura destinata ai ragazzi, se ha un carattere più realistico, non può avere un finale edulcorato, tanto per accontentare il lettore. Questo l’ha ben spiegato, rispondendo alle domande dei ragazzi di quinta riguardo a “Amico di un altro pianeta”.
Così il linguaggio, che deve essere contestualizzato al racconto. Un racconto di carattere realistico
ammette, ad esempio, anche le parolacce, che fanno parte della nostra realtà.
Altra domanda: come fa una storia a diventare libro?
Quarzo ha risposto spiegando quegli elementi “scontati” per noi adulti, ma non per i ragazzi: il ruolo della casa editrice che acquista il testo dell’autore e ne cura la stampa, la rilegatura, l’illustrazione e la distribuzione (tutte cose che l’autore da solo non può fare).
Altre curiosità dei ragazzi hanno riguardato: il primo libro scritto e l’emozione provata nel vederlo pubblicato, quanto tempo fa Quarzo ha cominciato a scrivere.

La nostra valutazione

Valutazione senza dubbio positiva da parte nostra di tutta la Settimanagli alunni l’hanno vissuta
con entusiasmo, impegnandosi al massimo sia nelle letture verso i compagni, sia nell’ascolto di chi ha letto le storie per loro. Vi è stata anche una buona risposta da parte dei genitori e degli amici (in particolare ex alunni) che hanno aderito all’iniziativa, collaborando direttamente alla sua riuscita. Si è trattato di un bel modo di aprire la scuola all’esterno e di valorizzare al meglio le risorse disponibili

Note

1 L’excursus sul progetto didattico è tratto dalla documentazione relativa al laboratorio condotto dalla dott. Nadia Bonora a Scienze della Formazione Primaria, “La progettazione nella scuola primaria”.
2 La scuola primaria G. Costa, già nell’a.s. 2010, aveva collaborato sulla rubrica Essere insegnanti, con l’accordo di presentare, l’anno successivo, l’iniziativa di lettura.

Riforma della scuola n°15