sabato 20 novembre 2010

La Costituzione raccontata ai bambini.

Punti fermi da una esperienza

Si legge nel libro di Ovide Decroly e Amélie Hamaïde pubblicato nel 1958, e ora dimenticato, a proposito della “scuola per la vita attraverso la vita”:
- la scuola deve costituire un ambiente naturale, semplice, schietto, in una cornice viva, preferibilmente in campagna…essa deve poter offrire al fanciullo le occasioni di un adattamento alla vita reale e, se necessario, sopperire sotto questo aspetto ad insufficienze più o meno gravi della famiglia.
- La scuola deve inoltre costituire un ambiente sociale nel quale il fanciullo impara a conoscere i suoi simili, apprende ad adattarsi a un ordine del quale egli stesso fa parte, e si prepara in tal modo a divenire gradualmente un individuo utile e consapevole dei suoi compiti di cittadino.
- Il programma di insegnamento deve avere un fondamento bio-sociale, deve trarre cioè i suoi contenuti dall’ambiente scolastico quale più sopra è stato definito, e dai fatti che vi si svolgono.
Questi principi, ripresi, sviluppati e aggiornati da pedagogisti e intellettuali della nostra cultura umanistica, sono stati assunti e diffusamente professati nelle scuole a tempo pieno. Essi costituiscono ancora adesso i punti fermi di una didattica quotidiana su cui passano, senza metterne in dubbio la validità, leggi “ostili” di casa nostra ed echi di altri paesi “lontani”.

L’istituto comprensivo di Zocca

La scuola si trova nel centro del paese, a cinquanta chilometri da Modena e cinquantadue da Bologna. Zocca è una “terra di mezzo”, perché pur essendo in provincia di Modena, ruota culturalmente e professionalmente, per gli insegnanti, sul versante bolognese. Come la leggendaria regione dell’immaginario tolkieniano, non è una terra che non c’è, non è un mondo parallelo e isolato dal nostro.
E’ terra di immigrazione, non perché offra particolari opportunità di lavoro, ma perché mette a disposizione soluzioni abitative a basso costo che fanno sì che molti operai del comprensorio di Vignola e Sassuolo, abitino per convenienza economica a Zocca, distante dal comprensorio circa trenta chilometri.
La scuola elementare è composta di dieci classi a tempo pieno, un “vero” tempo pieno di quaranta ore anche adesso, con doppio organico; le insegnanti più anziane hanno tutte partecipato a diverso titolo alle prime esperienze di tempo pieno nella provincia di Modena (quando la prima scuola a tempo pieno nel modenese fu quella di Spilamberto, negli anni settanta), e sono convinte sostenitrici di questa organizzazione didattica. Il personale più giovane è quasi tutto precario, ci sono stati momenti di grande turn over; ora, invece, pare stabilizzarsi un precariato che abita nelle vicinanze. La dirigenza della scuola è stata per lunghi anni occupata da persone che abitavano nel territorio, solo da cinque anni i dirigenti di nuova nomina sono venuti dal sud, come in questo anno scolastico, e sono reggenti. Questa realtà ha fatto sì che recentemente l’impianto didattico e organizzativo della scuola sia stato di fatto gestito dalle insegnanti più anziane, sicuramente molto aggiornate e motivate.

Il progetto

Il progetto sulla Costituzione nasce da questo clima culturale e dalla consuetudine di collaborare con i vari enti presenti nel territorio, che si sono rivelati da sempre disponibili, specialmente la ragazza che gestisce lo Spazio giovani del comune, Fabia Barbieri, che in questo occasione ha collaborato con professionalità, impegno e costanza.
Il tema della costituzione è stato scelto per tanti motivi che si possono riassumere in:
• aumentare nei bambini la consapevolezza di essere parte di una comunità, e per questo di avere delle regole, dei diritti e dei doveri, e che questa comunità non è nata dal niente, ma ha una storia di cui andare fieri
• rendere consapevoli i bambini dei concetti di diritto e dovere, della corrispondenza fra questi due concetti per la convivenza, l’accoglienza e il rispetto delle regole della società
• conoscere la Costituzione italiana nei suoi principali aspetti, sia dal punto di vista storico che valoriale.
Il progetto si è avvalso della sponsorizzazione e collaborazione del Festival della poesia di Modena con la presenza di un attore che ha insegnato ai bambini tecniche di lettura e recitazione finalizzate ad uno spettacolo. A Modena, da alcuni anni, si svolge un festival della poesia che attira visitatori da ogni parte d’Italia. Al suo interno è stato realizzato un percorso per i bambini con tutte e tre le scuole che hanno aderito al progetto.
Ha collaborato, inoltre, il gruppo I FLEXUS per la parte musicale e per l’allestimento dello spettacolo. Si tratta di un gruppo di grande professionalità, non di dilettanti, e con la competenza necessaria a lavorare musicalmente con i bambini. Il progetto si è sviluppato secondo due direzioni: musicale la prima, relativa alla conoscenza e al canto di alcuni brani molto conosciuti e riconducibili ai valori della Costituzione, tratti dal repertorio di Fabrizio De Andrè, Rino Gaetano, Giorgio Gaber, Bob Dylan.
Il secondo versante ha visto la produzione di poesie inventate dai bambini, relative ai concetti più importanti espressi nella parte prima della Costituzione italiana, dove sono scritti i principi fondanti dello Stato. E qui i bambini hanno dato il meglio. Hanno letto le loro poesie al festival, ottenendo un successo insperato, tanto che il pubblico ha applaudito in piedi.
Le due classi quinte dell’ IC Martiri della libertà di Zocca
Le due classi hanno in tutto quarantacinque bambini e presentano un profilo che si può così evidenziare:
- in tutte e due le classi è presente un gruppo di eccellenza che emerge dal resto della classe, separandosi a volte
- in entrambe le classi sono presenti molti bambini stranieri, uno dei quali con grossi problemi di comportamento e di rispetto delle regole
Le due classi sono complessivamente frequentate da ragazzi molto maturi ai quali si possono proporre argomenti complessi e legati alla realtà, che loro dimostrano di voler capire, così è stato possibile proporre un progetto che presupponesse attitudine allo studio e curiosità di imparare cose nuove.
Hanno lavorato al progetto le insegnanti Paola Manzini e Anna Lamandini, privilegiando la metodologia del lavoro di gruppo e l’uso di tecnologie per la produzione di slide, fatte dai bambini stessi, per illustrare il loro lavoro e da proiettare come sfondo.
Sono state organizzate attività laboratoriali per l’invenzione di poesie e filastrocche ispirate ad alcuni articoli della costituzione. Le attività didattiche hanno rivestito carattere interdisciplinare: civiltà e costituzione, lingua italiana, inglese, tecnologie, arte e immagine, attività musicali.
Le due classi hanno curato anche l’allestimento scenico perché hanno dipinto e disegnato cartelloni e sagome con varie tecniche.

Il metodo dei progetti


Nicola Abbagnano e Aldo Visalberghi hanno scritto un’antologia pedagogica sempre interessante, da sfogliare ogni tanto, perché ci pone di fronte alla sintesi del pensiero pedagogico fatta da due studiosi autorevoli quali essi sono. Di William Kilpatrick essi dicono che è “il propugnatore della piena integrazione di tutti i fattori educativi, intellettuali ed emotivi, individuali e sociali, strumentali e finalistici.”, su ispirazione dei principi della pedagogia dewiana.
Kilpatrick fu il pedagogista che operò il massimo sforzo per ottenere che il nuovo tipo di educazione, quale si profilava nel pensiero del Dewej, potesse diffondersi e svilupparsi con l’aiuto di indicazioni metodiche e precise da non lasciare troppo all’inventività dei docenti, e sufficientemente flessibili da non dover costringere la loro inventività dentro vie già tracciate. Per questo nacque il “Metodo dei progetti”, nel 1918, definito come attività intenzionale volta a conseguire obiettivi reputati validi e importanti dagli allievi e dai docenti, perché legati alla motivazione ad apprendere. L’idea e il valore del progetto sono stati via via ripresi fino ai giorni nostri. Ricordiamo una fitta rete di pubblicazioni sul tema, e la fortuna e il seguito che ha avuto questa metodologia, approfondita, rinnovata, riproposta e aggiornata, possiamo dire riattualizzata. Anche nel Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria le attività di tirocinio degli studenti nelle scuole sono organizzate secondo l’offerta delle scuole stesse dei loro “progetti” sulla Banca Dati dell’Università, a cui gli studenti accedono per scegliere il progetto loro più congeniale.

Chi sono gli studenti di oggi

Non sappiamo quanto e come siano cambiati i ragazzi, ma sappiamo che molti di loro in famiglia non ricevono sempre un’adeguata educazione attraverso un dialogo intenso e continuo, che faccia capire loro chi davvero sono e a quali le regole si devono attenere per muoversi con impegno e serietà nella vita. Inoltre, si dice che non abbiano basi certe su cui intravvedere il loro futuro e leggere il presente, per cui non si dà motivazione per adeguati e conseguenti comportamenti. Per questi motivi la scuola oggi non può limitarsi a istruire, ma deve provvedere anche a educare, non solo i comportamenti ma anche i sentimenti, le sfiducie e gli abbandoni. Allora gli insegnanti si impegnano a supplire a quegli aspetti fondamentali che mancano in famiglia e che non incontrano il dovuto eco sociale, per questo invocano classi meno numerose, proprio per questo vorrebbero applicarsi ad un insegnamento personalizzato, o per lo meno, che potesse lasciare spazio ai bisogni di ciascuno e andare incontro alle esigenze. Da parte ministeriale non si presta attenzione a quanto accade e necessita nelle nostre aule e ci si affida alla sensibilità, alla generosità e alla fiducia “educativa” che si trovano e crescono spontaneamente nelle nostre scuole “di tradizione”, che non sanno rinunciare alla didattica in cui credono.

Perché un progetto sulla Costituzione

Come ha dichiarato di recente Mario Lodi in una recente intervista, come fu promulgata, la Carta fu esposta per anni nelle sale consiliari dei Comuni, “tanto era bella. Dovrebbero esporla sempre anche in tutte le scuole”, visto che il sindaco di Adro ha pensato di mettere dappertutto nella scuola del paese il simbolo della Lega Nord.
Mario Lodi, l’autore de”Il paese sbagliato” e “Cipì” dice che i buoni insegnanti non fanno nulla di speciale, ma mettono in pratica la Costituzione ogni volta che insegnano ai bambini a parlare e ad ascoltare, perché è in questo modo che nasce la responsabilità, da un atteggiamento democratico.
”A me pare che dei valori classici su cui era fondata la Costituzione sia rimasto poco. C’è stato un furto. Per i giovani è un bel guaio. L’indiziato numero uno è la comunicazione. Giornali, tv, ora internet…I più furbi hanno capito subito che chi possedeva la tecnologia avrebbe controllato anche i valori. Prenda l’idea di libertà. La libertà oggi è realizzare se stessi e pazienza per gli altri. Non è la stessa libertà che ha ricostruito il paese dopo la guerra. Questa è una libertà maleducata”.
Si pongono allora due considerazioni. La prima riguarda la condizione attuale dell’Italia, definita da Nanni Balestrini “chiusa in un’autarchia grigia, rassegnata…dominata da un’istintiva avversione verso l’uomo di cultura…Se Tremonti apre un comizio dicendo -Noi non leggiamo libri, mangiamo agnolotti-, significa che la politica ha definitivamente sdoganato l’incultura”.
E’ possibile pensare che nelle nostre scuole non circoli la cultura, a vantaggio di un’istruzione strumentale e appiattita sulle necessità materiali?
La seconda fa riferimento all’art. 3 della Costituzione che parla di libertà e uguaglianza, che i ragazzi delle nostre scuole devono conoscere, non per recitare durante l’ora di “educazione civica”, ma per riflettere seriamente su di esso. Il tema delle disuguaglianze economiche, e più in generale di fatto, caratterizza l’articolo 3 della Costituzione, dove si presume che compito della Repubblica sia quello di rimuoverle. L’eguaglianza riguarda l’accesso ai beni della vita e alla conoscenza, al cibo, al lavoro e alla dignità della persona che non devono mai essere messi in dubbio, altrimenti il peso delle diseguaglianze e le leggi del mercato fanno nascere una cittadinanza per censo ed ereditarietà. L’eguaglianza di cui parla la nostra Costituzione è garanzia di dignità e di legame sociale, bisogna parlarne nelle nostre scuole, e nel momento in cui si lega questo tema a un progetto, ci auguriamo con Kilpatrick, che i bambini della scuola di Zocca abbiano imparato sia ad amare le attività scolastiche, sia i principi della Costituzione.

Giuliana Santarelli